Lo youtuber appassionato di insetti ha deciso di farsi pungere volutamente da un calabrone per mostrare a tutta Italia la reazione.
C’è chi ha paura degli insetti, chi li guarda con indifferenza e chi, per passione, decide di studiarli. In quest’ultima categoria rientrano anche coloro che vogliono farli conoscere al pubblico, anche se questo significa affrontare – letteralmente sulla propria pelle – le paure più profonde: la loro puntura. E tra api, zanzare e perfino scorpioni, cos’è che incute più timore del pizzico di un calabrone?
Una paura tutt’altro che rara, visto che nella cultura italiana – e in generale in quella europea – questo insetto è visto come estremamente pericoloso. In effetti può esserlo, ma come spiega l’autore del video, tutto dipende dal fatto che si abbiano o meno reazioni allergiche alla puntura.
Per prima cosa, Massele ci ricorda che non è affatto semplice farsi pungere da un calabrone (tecnicamente Vespa crabro), poiché l’insetto attacca solo quando si sente realmente minacciato. Inoltre, solo gli esemplari femmina – cioè le operaie e le regine – sono dotati di pungiglione. Il creator ha filmato la scena della puntura, documentando tutto ciò che è accaduto nelle prime 24 ore. Il video, effettivamente, è per forti di cuore.
Massele ci va dritto, senza troppi giri: si fa pungere in diretta da un calabrone europeo adulto, con tanto di riprese in primo piano del pungiglione che affonda nella pelle. E non lo fa per spettacolarizzare, ma per mostrare – con metodo, sangue freddo e tutte le precauzioni del caso – cosa succede davvero. Ha con sé anche l’adrenalina, pronta all’uso, nel caso di una reazione allergica. Tutto è sotto controllo. Ma sia chiaro: non è un esperimento da replicare a casa.
Il pungiglione entra e il dolore è immediato. Secco, potente, localizzato. Massele lo dice senza girarci intorno: è la puntura più forte che abbia mai sentito. Più dell’ape, più della vespa, più di tutto il resto. Nessun prurito, nessun fastidio diffuso, solo un colpo deciso che resta lì a pulsare per diversi minuti. Lo si vede, lo si sente nella sua voce: non è uno show, è realtà.
Nei minuti successivi, il braccio rimane gonfio solo in modo contenuto, senza reazioni sistemiche. Massele documenta tutto per 24 ore, con precisione quasi clinica. Nessun panico, nessuna complicazione. E quando tutto è finito, il calabrone viene liberato, vivo e vegeto, com’era giusto che fosse.
Il verdetto? Il calabrone punge, eccome. E fa male. Ma se non si è allergici, non è il mostro che ci hanno sempre descritto. La paura è comprensibile, ma forse – a guardarla da vicino – è più gonfiata di quanto sembri.
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