La misura rivolta ai titolari di partita IVA è stata finalmente approvata e prevede diversi vantaggi per gli aderenti.
Il Governo vuole puntare sulla misura rivolta ai professionisti e alle imprese individuali in possesso di partita IVA. L’emendamento è stato approvato dalla Commissione Finanze della Camera, dando conferma alla proposta dell’Agenzia delle Entrate e riprendendo l’esperimento già tentato un anno fa. Ecco quali sono le agevolazioni previste per coloro che aderiranno.

La partita IVA corrisponde ad una serie di 11 numeri che identifica il titolare e serve a pagare l’imposta all’Agenzia delle Entrate. È indispensabile per i soggetti che emettono fatture per i servizi effettuati o per la vendita di beni. I lavoratori autonomi (con entrate superiori ai 5.000 euro all’anno) o che svolgono un’attività continuativa sono tenuti ad aprirne una, iniziando così a versare le tasse dovute.
Con la riforma fiscale del 2024 il Governo ha introdotto il regime del concordato preventivo biennale, uno strumento che consente ai titolari di partita IVA di stabilire in anticipo le imposte dovute per un periodo di due anni (indipendentemente dai redditi effettivi), accordandosi sulla somma da pagare con l’Agenzia delle Entrate.
Partite IVA, il Governo punta sul concordato preventivo biennale: le agevolazioni per i contribuenti
Il concordato preventivo biennale è stato ideato con l’obiettivo di offrire una maggiore stabilità alle imprese e permettere a queste ultime di semplificare le procedure. Tuttavia, in certi casi potrebbe rappresentare un limite alla flessibilità fiscale, finendo col bloccare le imposte su livelli elevati.

Per incentivare l’adesione a questo regime, è stato aperto un ravvedimento speciale che prevede alcuni vantaggi per i titolari di partita IVA. Dopo un primo tentativo nel 2024 – che ha ottenuto risultati esigui – la misura è stata approvata anche quest’anno con la speranza di generare un maggiore coinvolgimento.
Ai titolari che aderiscono al concordato per il biennio 2025-2026 è riconosciuta la possibilità di regolarizzare le dichiarazioni dal 2019 al 2023. Mentre chi ha già usufruito dello strumento nel biennio 2024-2025 potrà mettersi in regola solamente per l’anno 2023. La misura è destinata a circa 2,2 milioni di professionisti e imprese soggetti agli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), che in passato non hanno fatto ricorso allo strumento.
Per procedere con la regolarizzazione è necessario versare un’imposta sostituta, la cui aliquota può variare a seconda del livello di affidabilità fiscale del titolare: 10% per i contribuenti che hanno un punteggio ISA pari o superiore a 8; 12% per i voti tra 6 e 8; 15% per coloro che hanno ottenuto un punteggio inferiore a 6.
Il valore dell’imposta non può essere al di sotto di 1.000 euro, sia per l’IRPEF, che l’IRES o l’IRAP. I contribuenti possono effettuare il versamento in un’unica soluzione a partire dal primo gennaio entro il 15 marzo 2026; oppure in un massimo di 10 rate mensili, alle quali si aggiungono gli interessi.