Non ci sono purtroppo buone notizie per i consumatori, sono in arrivo aumenti che riguardano pane, pasta, farina e birra, è bene non farsi trovare impreparati.
Riuscire a far fronte a tutte le spese è ormai diventato una vera impresa un po’ per tutti, anche semplicemente per quello che si era soliti comprare senza fare grossi cambiamenti al proprio modo di agire. La situazione non è destinata però a migliorare, anzi dobbiamo aspettarci l’ennesimo rialzo dei prezzi che riguarda qualcosa che è sulle tavole praticamente di tutti, come pane, pasta, farina e birra.
Ipotizzare di dover rinunciare a tutto questo appare incomprensibile, a eccezione della birra, si tratta infatti di prodotti che tutti acquistano con cadenza quotidiana sia come accompagnamento ai pasti sia da consumare da soli. Non si può quindi che accettare quasi del tutto passivamente la situazione, ma è certamente interessante comprendere perché questo stia accadendo.
L‘idea che qualcosa che acquistiamo con cadenza quotidiana sia destinato ad aumentare nel suo prezzo di vendita non può che generare preoccupazione, soprattutto perché è davvero raro non trovare qualcuno che non sia in difficoltà e che si ritrova a dover cambiare abitudini per evitare il peggio. L’ultimo annuncio, però, può certamente contribuire ad alimentare il terrore generalizzato, visto che riguarda qualcosa che tutti comprano, quali pane, pasta, farina e birra.
Tutto questo è causato da una situazione ben precisa, la perdita di oltre un milione di tonnellate di frumento dalle scorte nazionali, avvenuta nell’arco di un solo mese. A metterlo in evidenza sono i dati che sono stati diffusi dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), nell’ambito delle Riunioni Filiera Cereali ogni mese. Avere meno scorte disponibili, sia per il frumento tenero sia per quello duro, comporta inevitabilmente delle scelte importanti per le aziende del settore, che finiscono così per ripercuotersi sui consumatori. A questo si aggiunge un problema simile anche per quanto riguarda l’orzo, fondamentale per produrre la birra.
L’allarme è più che fondato, visto che non si ricordano precedenti recenti simili, sia per velocità sia per quantità, con la possibilità concreta di arrivare a una nuova ondata di aumenti per i prodotti di prima necessità. Sapere che questo coinvolge pane, pasta e farina è poco incoraggiante, visto che c’era già stato un ritocco verso l’alto recentemente. Ad aprile, ad esempio, il prezzo del pane era cresciuto del 6,7% su base annua, quello della pasta del 9,4%, si fa quindi concreta la possibilità di arrivare a un rialzo a due cifre per entrambi in tempi rapidi. Non va molto meglio per la farina, per cui si parla di un ritocco almeno attorno al 10%.
Le prospettive a medio termine sono quindi tutt’altro che rosee, con aumenti che purtroppo possono portare a dover sostenere problemi ancora più gravi per le famiglie fragili già allo stremo da tempo. L’auspicio è che il governo possa intervenire in tempi rapidi con misure strutturali di cui possano beneficiare tutti, ma sarebbe fondamentale che un’azione arrivi in tempi rapidi.
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