Quali sono le proposte avanzate dal del Governo per quanto riguarda cartelle esattoriali e tasse. Che cosa ipotizza l’Esecutivo.
Siamo nel pieno della stagione estiva e dal punto di vista fiscale questa è la fase più importante dell’anno per milioni di contribuenti chiamati a presentare la dichiarazione dei redditi. Quindi in un periodo del genere, le preoccupazioni per tasse e tributi è molto sentita dall’opinione pubblica.
A questo tema si connette quello delle cartelle esattoriali, sempre al centro del dibattito politico anche tra le forze che compongono la maggioranza. Le proposte e le idee sembrano non mancare, in considerazione dell’avvio delle discussioni per la legge di bilancio del prossimo anno. A questo si aggiunge però la consapevolezza della scarsità delle risorse disponibili, cui si aggiunge la necessità di recuperare fondi per finanziare l’aumento delle spese militari che dovranno essere pari al 5% del PIL.
Le proposte in discussione sono incentrate sul taglio dell’IRPEF per i ceti medi e sull’introduzione di una nuova rottamazione quinquies. Un doppio taglio che fa discutere proprio per la mancanza di risorse cui attingere.
La prima ipotesi riguarda il taglio dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) per il ceto medio, con una riduzione dell’aliquota dal 35% al 33%, estendendo la fascia interessata a chi percepisce fino a 60mila euro all’anno. Questo sarebbe uno degli obiettivi prioritari, con un intervento strutturale e non occasionale che inciderebbe sulla pressione fiscale a beneficio di famiglie e imprese.
Altra idea in discussione una nuova edizione delle definizione agevolata dei debiti iscritti a ruolo, cioè una rottamazione quinquies, con una allargamento della platea dei contribuenti interessati rispetto alla rottamazione quater e carichi affidati fino al 2023. Si pensa a un pagamento a rate decennali senza interessi né sanzioni, con un massimo di 8 rate non onorate prima della scadenza, solo capitale e spese.
Ma sono emersi anche dei limiti a questa proposta. L’estensione fino a 120 rate della rottamazione rischia di rendere poco efficiente, soprattutto per gli importi bassi. Queste piccole e piccolissime rate non sarebbero gestibili dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. Secondo analisi governative dei circa 1.270 miliardi di tasse non riscosse, circa 570 miliardi sono a carico di persone decedute, nullatetenti o imprese cessate.
Quasi un credito su quattro ha un importo inferiore a 100 euro. In totale questi debiti di piccola entità sono pari al 23% delle cartelle, ma rappresentano solo il 4,6% dell’importo totale di tasse non riscosse. Quindi la questione di come recuperare queste tasse resta aperta, soprattutto per i grandi evasori che pesano di più nell’importo complessivo.
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