Con la tecnica innovativa studiata dagli scienziati, ora è arrivato il momento di dire addio ai condizionatori: ecco che cosa c’è di nuovo.
Durante la bella stagione, il condizionatore è indispensabile per trovare un po’ di refrigerio in casa. Uno strumento installato da milioni di persone per sopravvivere al caldo e generare quel comfort abitativo che altrimenti sembra impossibile da avere. Tuttavia, quello che molti non sanno è che presto ci sarà una svolta inaspettata.

La notizia da sottolineare è che un gruppo di ricercatori della Nanyang Technological University di Singapore (NTU), in collaborazione con l’azienda di design ecologico bioSEA, ha pensato e sviluppato un tecnologia innovativa per isolare gli edifici dal punto di vista termico. Si tratta di una novità assoluta che potrebbe cambiare in maniera radicale il modo in cui una abitazione viene raffreddata. Oltre a ciò, si tratta di una innovazione molto più sostenibile ed ecologica rispetto ai classici condizionatori, ma andiamo a vedere nel dettaglio.
Condizionatori addio, questo è il nuovo modo di raffreddare la casa: meno dispendioso e sostenibile
Quella sviluppata dai ricercatori è una tecnologia per l’isolamento termico delle strutture e si tratta di piastrelle realizzate con micelio, modellate apposta per imitare la texture rugosa della pelle degli elefanti. Si tratta di un materiale sia biodegradabile, che in grado di raffreddare passivamente gli edifici, contribuendo in questo modo a ridurre il consumo energetico.

Gli elefanti non hanno ghiandole sudoripare come gli esseri umani e, per vivere in climi cadi e umidi, si affidano alle rughe e alle fessure della loro pelle. In questo modo regolano la temperatura del corpo e trattengono l’acqua, favorendone l’evaporazione. I ricercatori di NTU e bioSEA hanno deciso così di ispirarsi a questo meccanismo naturale dell’animale per progettare le piastrelle.
Nel corso dei test in laboratorio, le piastrelle con la superficie rugosa hanno evidenziato un raffreddamento del 25% più efficace rispetto alle piastrelle piatte. A ciò, inoltre, bisogna aggiungere che sotto la pioggia simulata, la capacità di raffreddamento è migliorata di un bel po’, precisamente del 70%, rendendo queste particelle adatte soprattutto nei climi tropicali.
Il micelio che è stato utilizzato arriva dal fungo Pleurotus ostreatus, noto come fungo ostrica, mentre il materiale organico di supporto è realizzato da trucioli di bambù che vengono generati da scarti di falegnameria. Tali ingredienti sono stati miscelati con acqua e avena, per poi essere inseriti in stampi esagonali con superficie testurizzata attraverso modelli computazionali, per poi essere lasciati crescere in aree buie per 4 settimane ed essere essiccati in forno a 48°C per 3 giorni.