L’Italia possiede una spiaggia candida, bianchissima. Eppure il motivo non è tanto paradisiaco come sembra: la verità.
Pare di essere alle Maldive, invece siamo in Italia. La sabbia è fine, quasi da cartolina, mentre il mare appare turchese, come quelle acque dove l’inquinamento sembra non sapere nemmeno cosa sia. Eppure la realtà racconta qualcosa che possiamo definire come una sorta di illusione. O meglio, il risultato di una sostanza che nel tempo si è depositata sulla spiaggia.
Ma è normale guardarla e pensare che quella potrebbe essere la prossima meta, immedesimandosi con un drink alla mano e un’abbronzatura da sogno. In effetti non è esente dal turismo, e l’ARPA locale afferma anche che non vi sono forme rilevanti di inquinamento. Eppure gli ambientalisti avvertono che fare il bagno lì non è una scelta molto saggia.
Ad ogni modo, se ci trovassimo per caso in una spiaggia candida della Toscana, è bene sapere il motivo del suo candore. Così, giusto per consapevolezza.
A Rosignano Solvay, in provincia di Livorno, il nome dice già tutto. Solvay non è un brand per attirare turisti, ma il cognome dell’industriale belga Ernest Solvay, che nel 1917 ha scelto proprio questo angolo di Toscana per costruire un grande stabilimento chimico per produrre soda. Quello che ne è derivato è stato un vero e proprio villaggio industriale: case, aree verdi, circoli ricreativi e stabilimenti balneari, nati per accogliere dipendenti e famiglie con l’apparenza di un piccolo paradiso industriale. Ma ogni paradiso ha un suo prezzo.
Le famose Spiagge Bianche che oggi incantano influencer e turisti con la loro sabbia bianchissima non devono nulla ai coralli tropicali o a un ecosistema intatto. Quel bianco abbagliante deriva direttamente dai residui industriali della Solvay stessa: carbonato di calcio e cloruro di calcio, finemente lavorati e scaricati in mare per decenni, accompagnati talvolta da sostanze molto meno innocue, come il mercurio e altri metalli pesanti.
Certo, oggi le autorità locali affermano che l’acqua è balneabile e non presenta rischi significativi, eppure la zona attorno allo scarico resta sotto divieto di balneazione. Ambientalisti e associazioni continuano a lanciare l’allarme, ricordando che la sabbia bianca, per quanto bella e fotogenica, è semplicemente il frutto di un lunghissimo passato industriale.
Quindi sì, Rosignano Solvay è un paradiso, sì, ma di illusione. Meraviglioso nelle foto, meno ideale per una nuotata spensierata. Ma almeno adesso, se quest’estate ci andrete, lo farete con la giusta dose di consapevolezza.
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