Quale interpretazione dà la psicologia a un fatto comune: ascoltare una canzone con un testo straniero e piangere.
Quali sono i gesti che compiamo comunemente senza rendercene conto? Incrociare le gambe da seduti, toccarci i capelli durante una conversazione, scarabocchiare mentre si è al telefono. Sono azioni banali, alle quali non si dà particolare attenzione. Eppure per la psicologia anche queste hanno un senso e indicano un preciso stato d’animo.

Questo vale anche per situazioni più complesse e ponderate. Ascoltare la musica ad esempio. Da sempre le note hanno suscitato l’attenzione e l’emozione dell’uomo. Non si tratta solo dell’ammirazione per la composizione, la musica stimola emozioni profonde, può essere evocativa di ricordi, stati d’animo, sensazioni. Può colpire la sensibilità di una persona in modo diretto e immediato. Piangere a una canzone non è così raro, ma perché succede?
Piangere ascoltando una canzone, anche senza capirne il testo, perché
Emozionarsi per una canzone anche senza comprenderne del tutto il testo significa che non sono tanto le parole a suscitare commozione, quanto qualcosa di più sottile e profondo che la psicologia può individuare con maggior esattezza, rispetto a un’analisi più superficiale.

La psicologia infatti offre delle interpretazioni che possono aiutare a capire lo stato d’animo di un individuo. La musica infatti colpisce una persona non soltanto per i testi, quanto per altri elementi più connessi alla composizione in sé alla sua forma e al suo linguaggio. Così armonia, ritmo, melodia, intonazione hanno la capacità di arrivare direttamente al cervello emotivo di una persona.
In particolare a essere coinvolto è il sistema limbico che si attiva per ricordi ed emozioni. In qualche modo questa parte del cervello si attiva prima di quella razionale nell’ascolto della musica. Si ha infatti una sorta di attivazione inconscia, non è ben chiaro il perché una determinata musica susciti emozioni profonde. Si tratta di emozioni personali che vengono sollecitate dalla musica, che spingono alla commozione, senza riuscirne a capire i motivi.
Non comprendere un testo poi spinge la mente all’immaginazione, si proiettano sul brano i propri vissuti, arrivando a costruire una storia personale e inconsapevole allo stesso tempo. Anche così non sono le parole a contare, ma la forza evocativa della musica. Non è raro che una canzone susciti una sorta di nostalgia, un sentimento molto comune, quasi universale, tra tutti gli esseri umani.
Nostalgia, speranza, solitudine, amore sono emozioni comuni che vanno ben al di là della costruzione linguistica e che permettono di sentire propri anche i sentimenti espressi in una lingua diversa. Infine bisogna considerare la risposta empatica che si ha ascoltando una voce. Anche in questo caso non conta il significato letterario, ma la capacità di suscitare emozioni comuni mediante l’intonazione, l’armonia e la bellezza della voce.