Cartelle esattoriali, in questi casi non si paga, ma si deve ricordare il funzionamento della procedura per non incorrere in errori.
Le cartelle esattoriali restano uno degli incubi più ricorrenti dei contribuenti. Con il loro arrivo l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ADER) richiede il pagamento di una determinata somma per conto di un ente terzo (INPS, Comune, Fisco e così via).Parliamo di un titolo esecutivo.

Si tratta della notifica dell’avvenuta iscrizione a ruolo del debito che consente all’ADER di agire in maniera coattiva nei confronti del contribuente per recuperare il credito vantato. Quindi quanto un ente vanta un credito nei confronti di un contribuenti e non riesce a riscuoterlo incarica l’ADER per avviare le procedure di recupero del debito. Se dopo la cartella il contribuente non paga, può procedere al pignoramento dei suoi beni.
Cartelle esattoriali, non si versano in questa circostanza
Un aspetto che occorre conoscere riguarda proprio le modalità di notifica del debito. Infatti con la riforma della riscossione l’accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate, dal Comune, dall’INPS e così via è già considerato titolo esecutivo.

In una situazione del genere l’ADER comunica direttamente al contribuente tramite l’avviso di presa in carico di aver ricevuto mandato per riscuotere la somma in maniera coattiva. Con il tempo con la riforma l’avviso di presa in carico andrà a sostituire la cartella esattoriale. Ma anche per l’avviso di presa in carico come per la cartella esattoriale esiste un termine che se non rispettato rende nulla la pretesa di pagamento.
Dall’affidamento dell’incarico di recuperare i debiti l’ADER deve inviare al contribuente moroso la cartella di pagamento o l’avviso di presa in carico. Se l’agente della riscossione non procede in questo senso, il contribuente potrà impugnare la successiva richiesta di pagamento. Solo con la notifica della cartella esattoriale o dell’avviso di presa in carico si può procedere con il recupero del debito. Ma devono essere rispettati i termini di decadenza, come abbiamo visto.
Quindi il termine di decadenza è il periodo di tempo entro il quale la cartella esattoriale deve essere notificata al contribuente. Questo periodo non è il termine di prescrizione, cioè il lasso di tempo dopo la notifica entro cui l’agente della riscossione si deve attivare pe procedere al recupero del credito. Si tratta di un vizio di decadenza che può portare all’annullamento della cartella.
Una cartella esattoriale inviata al contribuente dopo il termine di decadenza può essere impugnata dal contribuente. Facciamo un esempio. Una multa per violazione del Codice della Strada deve essere notificata al cittadino entro due anni dalla consegna del ruolo, altrimenti decade.