Moltissimi utenti Iliad stanno ricevendo questa chiamata: per quanto possa sembrare reale, si tratta di una vera e propria truffa.
Sono anni che il tema è sempre lo stesso: le truffe online. Anni che i call center continuano a contattare a raffica gli utenti con le motivazioni più stravaganti, seguiti da una sfilza di numeri pronti a sparire nel nulla qualora provassimo a richiamarli. E ancora, anni di beffe che non solo rovinano la reputazione di grandi aziende, ma danneggiano anche l’intero settore dei call center. E oggi, il problema si ripresenta, solo che – come spesso accade – il trucco è ben studiato.
A raccontarci l’inganno, questa volta, è Corriere.it, grazie alla testimonianza dettagliata di quanto accaduto. E che, purtroppo, continua ad accadere. Michele, ‘vittima’ della truffa, non solo è un cliente Iliad: Michele lavora proprio per la compagnia.
I truffatori, in questo caso, hanno trovato la persona sbagliata nel mare dei possibili bersagli. A seguito di questa esperienza, Michele ha scelto di dar loro corda, così da ricostruire per noi l’intero schema della truffa. Schema che chi si spaccia per formatore del personale di call center propone come una vera e propria tecnica di marketing.
Questa volta il trucco è sottile e ben studiato. Alla base c’è il cosiddetto Cli Spoofing: una tecnica che permette di far comparire sullo schermo del telefono un numero italiano apparentemente normale, spesso di rete mobile, anche se la chiamata parte da un call center estero o da un sistema automatizzato. In pratica, il numero viene mascherato: quello che vediamo sul display non corrisponde a quello reale. Ed è proprio questo dettaglio a rendere la truffa più credibile.
Tutto parte da una voce registrata che annuncia un’inesistente rimodulazione del contratto. Viene chiesto di premere un tasto per scegliere il proprio operatore. Così la vittima si auto-profilano. Nel caso raccontato da Corriere.it, Michele – utente e dipendente Iliad – ha deciso di seguire il flusso: una finta operatrice Iliad lo ha allarmato su un presunto disservizio, spingendolo ad accettare un nuovo contratto. Poi è arrivata una falsa verifica da un fantomatico ‘servizio ministeriale’, seguita da un vero operatore pronto a concludere la vendita.
Iliad, stavolta, non è rimasta a guardare. ha presentato un esposto alla Procura di Milano. Come ha spiegato l’ad Benedetto Levi, il problema non è solo la tecnica di spoofing, ma l’intera filiera che sfrutta dati carpiti con l’inganno. Un business che danneggia utenti e operatori onesti. E per questo va colpito alla radice. Ma prima di allora è bene riguardarsi prima si fornire le nostre informazioni al telefono senza essere sicuri della veridicità, nonché della buona fede di chi sta dietro la cornetta.
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