In che modo procedere in caso di rifiuto della successione da parte di un fratello. Vediamo che cosa indica la norma in vigore.
Al momento della scomparsa di un familiare ci sono da affrontare non solo le conseguenze emotive del lutto, ma anche una serie di incombenze e pratiche di vario ordine da quelle bancarie e finanziarie a quelle fiscali. A questo ultimo proposito occorre ricordare la dichiarazione di successine da presentare all’Agenzia delle Entrate, dopo l’evento luttuoso.

Ma che cosa succede in caso di ostacoli frapporti da un erede a questo passo? In altre parole coda succede se un erede, poniamo un fratello, rifiuta di partecipare alla dichiarazione di successione? Certamente per i coeredi possono esserci rallentamenti e disagi. Vediamo cosa indica la legge in circostanze simili, purtroppo non così rare.
Dichiarazione di successione, cosa fare in caso di rifiuto del coerede
In situazioni simili la legge prevede comunque la possibilità per gli eredi collaborativi di proseguire nelle pratiche di successione, senza che l’ostruzionismo di un erede possa creare problemi. Ricordiamo che la dichiarazione di successione va presentata all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla morte del familiare.
Si tratta di un passaggio fiscale inderogabile e obbligatorio per le eredità che superano i 100mila euro o includano beni immobili o diritti reali immobiliari. La dichiarazione è unica e non possono essere presentati atti separati. Mancare questo obbligo comporta il blocco dei conti del defunto, sanzioni economiche per tutti gli eredi e impossibilità di gestire i beni della persona scomparsa.

Il consenso di tutti gli eredi alla dichiarazione non è necessario. La legge prevede che possa essere presentata anche da uno solo degli eredi. Chi la presenta deve poi anticipare le imposte dovute (imposta di successione, catastale e ipotecaria), anche se può richiedere successivamente il rimborso da parte degli altri eredi pro quota. Questa procedura vale nel caso a rifiutare la dichiarazione sia un fratello coerede.
Le modalità possibili per sbloccare la situazione con un coerede sono sostanzialmente tre. La prima prevede una negoziazione stragiudiziale, in cui i legali delle parti tentano un accordo che eviti il ricorso al giudice. La seconda opportunità è la mediazione obbligatoria. Questa fase è obbligatoria prima di passare in tribunale. È un mediatore esperto a tentare di far raggiungere alla parti un accordo.
Infine, se non si trova un’intesa con negoziazione e mediazione, ci si può rivolgere al giudice per intervenire sull’eredità. In questo maniera le opposizioni di coerede, anche di un fratello, sono superate dalle decisioni della corte.