L'incantevole autismo dell'artista scienziato
di Isabella De Paz

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Sunto: Questo articolo nasce come un esperimento o, piuttosto, una simulazione sull'autismo come incantevole qualità dell'artista scienziato. Vengono analizzate e discusse le più recenti ipotesi sui legami fra autismo e creatività artistica e scientifica. Il genio è raro e non sempre sregolato. L'autismo, invece, riguarda un numero crescente di giovani e non genera quasi mai genialità creativa o speculativa. C'è squilibrio fra i due insiemi. Il genio e l'autistico sembrano esploratori di un percorso obbligato, che li costringe a concentrarsi sulla propria mente e sull'esperienza personale. A nulla serve stabilire che il genio è un po' autistico e l'autistico un po' genio. Utile sarebbe, al contrario, individuare quali tratti dell'abilità savant sono utilizzabili per salvare l'autistico dalla coattiva ripetizione di rituali sapienti e il genio dalla insostenibile quanto naturale incomprensione del mondo.

Abstract: This article was created as an experiment or, rather, a simulation on autism as a charming artist's quality scientist. Are analysed and discussed the latest assumptions about links between autism and artistic and scientific creativity. The genius is rare and not always lose. Autism, however, involves a growing number of young people and does not generate hardly ever creative genius or speculative. There is imbalance between the two sets. And the autistic genius seem a route explorers obliged, which forces them to focus on their minds and on personal experience. Nothing serves to establish that genius is a little autistic autistic and a little genius. It would be useful to identify what is the savant skills are used to save the forced repetition from autistic rituals wise and the genie from unsustainable natural misunderstanding "as the world".

Isabella De Paz. Laurea in Giurisprudenza e baccalaureato in diritto a Strasburgo (Unione Europea) Si occupa di analisi psicanalitica didattica a Parigi nel 1973. Giornalista professionista. Dirige le riviste «Patologia clinica», «Il gioco della materia e delle idee», «Hippocampo», «Maja». Redattrice ordinaria presso Giorgio Mondadori Editore dal 1981. Collaboratrice fissa de "Il Messaggero", scrive anche per i quotidiani "La stampa", "Stampa-sera", e per i periodici «L'europeo», «L'Espresso», «Il piacere», «PoP», «Excelsior», «L'llustrazione Italiana», «Ad», «Bella Italia». Assieme a Emanuela Sciandra ha direttol'Ufficio Stampa e Relazioni Culturali presso il Centro Internazionale per studiosi e studenti stranieri, a Santa Margherita Ligure. Ha partecipato a varie iniziative radiofoniche della RAI e di altre emittenti: conduttrice del rotocalco radiofonico quotidiano "RP1", autrice di testi per Olimpo2000, Il motto matto, Voglia di apocalisse. Per la RAI realizza numerosi speciali del TG1: "Italia straniera", "Emigranti di élite: musicisti, scienziati e artisti premiati all'estero", "Roma fuori orario" e altri).
È stata docente di "Diritto dei Beni Culturali nella Unione Europea" presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Genova, Facoltà di Scienza della Comunicazione. È stata cultrice di Diritto Pubblico presso la stessa Università. In particolare si è occupata di Diritto Internazionale dei Beni Culturali. Nello stesso campo è autrice di numerose pubblicazioni: La tutela dei beni culturali nei paesi dell'est europeo, Roma, Poligrafico dello Stato, 1999; Elementi di diritto pubblico e di legislazione dei beni culturali, Ecig, 2002; Guida alla disciplina della unione europea in tema di beni culturali, Ecig, 2003; La problematica definizione di bene culturale, Centro Internazionale di Studi Italiani, 2001; Il diritto dei beni culturali nella Unione Europea, Ecig, 2004. È anche autrice dei libri: Il mio primo uomo (pubblicato da Longanesi); I sogni come interpretarli; Il caso Rushdie, Elettrocardiodramma, Fiabe Buddiste.
Ha lavorato nel mondo del cinema e dello spettacolo: attrice cinematografica con Bavaria-film e altre produzioni italiane e straniere; soprano acuto nel coro "I madrigalisti" diretti dal medico-maestro di musica Leopoldo Gamberini; iscritta alla SIAE come paroliere, firma i testi di Amarsi forse ma sempre (Blandini-Calabrese-Matti). Particolarmente sensibile alle problematiche degli autistici e portatori di handicap, è organizzatrice della serie di eventi culturali Musica per Costruire con Agimus Count Down Project, missione spaziale sulla terra alla ricerca di uguali e diversi

ArteScienza Anno I, N.2 dicembre 2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arte e Scienza, verso una ricomposizione culturale
di Luigi Campanella

Sunto. Nella società post-industriale, in cui viviamo, la cultura sembra prevalere sempre di più sulla struttura, riconoscendo alla dimensione creativa delle attività umane il ruolo di guida e di orientamento. La tradizionale articolazione della cultura in umanistica e scientifica deriva da una visione sbagliata, ma soprattutto da una politica di potere delle scuole accademiche. Un segnale di cambiamento verso la uni-tarietà della cultura è la sua visione e concezione di bene culturale: prima era so-stanzialmente il reperto umanistico, oggi anche lo strumento scientifico. La bellezza estetica degli strumenti ne valorizza la ricollocazione all'interno di un ambiente, di un’atmosfera similmente a quanto avviene per le opere d'arte. Un'altra ricomposi-zione culturale, con la rivalutazione della storia della scienza e degli archivi storici, riguarda il rapporto fra teoria ed esperienza.