La Luna piena nel presepio
di Costantino Sigismondi

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Sunto: La falce di Luna nelle scene notturne del Presepio non sempre è compatibile con le condizioni astronomiche di Betlemme, città a 31° 42' gradi Nord, dove gli astri tra-montano da sinistra verso destra. Con la Luna piena del 25 dicembre 6 a. C. rappresen-tiamo una data per la Natività in accordo con gli studi cronologici kepleriani e limitiamo le ambiguità di emisfero e di orario dei nostri presepi.
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Abstract: The Crescent of the Moon represented in the scenes of the Nativity is not always compatibly with Bethlehem, a city located 31° 42' North, where all the celestial bodies set going down from left to right. The full Moon of 25 December 6 b. C. is in agreement with the modern ephemerides and the chronological studies of Kepler, and ambiguities in the emisphere and time for the Nativity scenes are reduced.

Costantino Sigismondo è un astrofisico. Tiene corsi di Storia dell’Astronomia e Astrometria Solare alla Sapienza di Roma. Si occupa della misura delle variazioni del diametro solare. Collabora con istituzioni scientifiche di tutto il mondo (Observatorio Nacional e Universidade Federal do Rio de Janeiro in Brasile, Università di Nizza, Istituto di Astrofisica di Parigi, Istituto Ricerche Solari di Locarno, Svizzera, Yale University - Stati Uniti, Sejong University - Corea del Sud). Dal 2003 cura anche l’organizzazione dei convegni di studio su Gerbert d’Aurillac, papa Silvestro II, astronomo e scienziato.

ArteScienza Anno I, N.2 dicembre 2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arte e Scienza, verso una ricomposizione culturale
di Luigi Campanella

Sunto. Nella società post-industriale, in cui viviamo, la cultura sembra prevalere sempre di più sulla struttura, riconoscendo alla dimensione creativa delle attività umane il ruolo di guida e di orientamento. La tradizionale articolazione della cultura in umanistica e scientifica deriva da una visione sbagliata, ma soprattutto da una politica di potere delle scuole accademiche. Un segnale di cambiamento verso la uni-tarietà della cultura è la sua visione e concezione di bene culturale: prima era so-stanzialmente il reperto umanistico, oggi anche lo strumento scientifico. La bellezza estetica degli strumenti ne valorizza la ricollocazione all'interno di un ambiente, di un’atmosfera similmente a quanto avviene per le opere d'arte. Un'altra ricomposi-zione culturale, con la rivalutazione della storia della scienza e degli archivi storici, riguarda il rapporto fra teoria ed esperienza.