Il primo solstizio d'inverno alla meridiana di S. Maria degli Angeli in Roma
di Costantino Sigismondi

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Sunto: La linea meridiana nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in Roma fu costruita, per volontà del papa Clemente XI, tra il 1701 e il 1702 con lo scopo di misurare l'obliquità dell'asse terrestre nei successivi otto secoli. Durante il solstizio d'inverno del 1701 le prime misure utili per calcolare l'obliquità furono realizzate da Francesco Bian-chini, l'astronomo che progettò la linea meridiana migliorando lo strumento simile rea-lizzato da Giandomenico Cassini in San Petronio a Bologna. In questo articolo l'accura-tezza dei dati registrati da Francesco Bianchini è discussa e comparata con le moderne effemeridi. Si presenta anche l'attuale situazione di questo storico strumento.

Abstract: The great meridian line in the Basilica of Santa Maria degli Angeli in Rome was built in 1701/1702 with the scope to measure the Obliquity of the Earth's orbit in the following eight centuries, upon the will of pope Clement XI. During the winter solstice of 1701 the first measurements of the obliquity have been realized by Francesco Bianchini, the astronomer who designed the meridian line, upgrading the similar instrument realized by Giandomenico Cassini in San Petronio, Bononia. In this paper the accuracy of the data observed by Francesco Bianchini is discussed and compared with up-to-date ephemerides. The modern situation of this historical instrument is also presented.

Costantino Sigismondo è un astrofisico. Tiene corsi di Storia dell’Astronomia e Astrometria Solare alla Sapienza di Roma. Si occupa della misura delle variazioni del diametro solare. Collabora con istituzioni scientifiche di tutto il mondo (Observatorio Nacional e Universidade Federal do Rio de Janeiro in Brasile, Università di Nizza, Istituto di Astrofisica di Parigi, Istituto Ricerche Solari di Locarno, Svizzera, Yale University - Stati Uniti, Sejong University - Corea del Sud). Dal 2003 cura anche l’organizzazione dei convegni di studio su Gerbert d’Aurillac, papa Silvestro II, astronomo e scienziato.

ArteScienza Anno I, N.1 settembre 2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arte e Scienza, verso una ricomposizione culturale
di Luigi Campanella

Sunto. Nella società post-industriale, in cui viviamo, la cultura sembra prevalere sempre di più sulla struttura, riconoscendo alla dimensione creativa delle attività umane il ruolo di guida e di orientamento. La tradizionale articolazione della cultura in umanistica e scientifica deriva da una visione sbagliata, ma soprattutto da una politica di potere delle scuole accademiche. Un segnale di cambiamento verso la uni-tarietà della cultura è la sua visione e concezione di bene culturale: prima era so-stanzialmente il reperto umanistico, oggi anche lo strumento scientifico. La bellezza estetica degli strumenti ne valorizza la ricollocazione all'interno di un ambiente, di un’atmosfera similmente a quanto avviene per le opere d'arte. Un'altra ricomposi-zione culturale, con la rivalutazione della storia della scienza e degli archivi storici, riguarda il rapporto fra teoria ed esperienza.